Quanto è utile davvero la SEO? - Hydrogen Code
giugno 14, 2018

Indubbiamente la SEO è uno degli argomenti caldi del mondo del marketing Web degli ultimi anni, e altrettanto indubbiamente, come accade spesso alle discipline di questo tipo, tratta argomenti destinati a rimanere misteriosi ai più.
Tuttavia, prima dei principi tecnici, delle regole e dei prontuari (quasi sempre inattendibili), c’è un principio che bisogna sempre tenere in considerazione.
Cioè che la SEO è prima di tutto uno strumento di relazione. Almeno in due sensi.

 

La SEO come strumento di relazione verso il pubblico

Il primo ambito in cui la SEO è proprio verso gli utenti finali, visitatori o clienti, del nostro sito o della nostra pagina. Non basta infatti avere le capacità tecniche e creative per posizionare un sito nella prima pagina di Google. Bisogna farlo nel modo giusto. Cioè trovando chi ha davvero bisogno di quello che stiamo offrendo, e fornendogli un’anteprima che lo spieghi nel modo migliore. Insomma, capire l’intenzione di ricerca del nostro pubblico potenziale. E, soprattutto, dare risultati soddisfacenti. Gli altri posizionamenti spesso sono inutili.
Chiariamoci con un esempio: è un errore comune fra gli esperti SEO ragionare in un modo che ricorda vagamente il tutto fa brodo della tradizione popolare.
Vendi bulloni? Perfetto, inizia a creare contenuti su tutto quello che riguarda i bulloni, così intercetterai chiunque faccia ricerche sui bulloni.

 

Non tutti i risultati SEO sono uguali

Ci si dimentica un piccolo particolare però: chi cerca le specifiche della filettatura ISO 87361 potrebbe averne bisogno per un suo progetto, per una ricerca, per curiosità. Difficilmente vuole comprare bulloni. Il che va benissimo se abbiamo un magazine di hobbystica o meccanica, molto meno se abbiamo un ecommerce.
Usare la SEO per metterci in relazione con il nostro pubblico significa questo: conoscerlo a fondo e se quello che gli proponiamo è davvero utile per le sue ricerche.

 

La SEO come strumento di relazione con l’ecosistema

Tutto sommato però, fino a qui non c’è nulla di nuovo: si tratta di una visione “dentro / fuori” piuttosto canonica. Dove però dobbiamo guardare con attenzione per capire quanto ci servirà davvero la SEO è nel “fuori / fuori”, cioè nell’ecosistema.
Ecosistema verticale se la nostra attività non ha una localizzazione precisa (commercio elettronico, magazine, consulenze, vendite B2B e così via)
Ecosistema orizzontale se la nostra attività ha una forte connotazione locale (attività commerciali, locali).
In quest’ottica la primissima cosa da fare per capire se la SEO ci serve davvero (e “quanta” SEO ci serve, è osservare i concorrenti. O meglio, Osservare le SERP che ci interessano.
Solo comportandoci da utenti infatti possiamo capire lo stato delle cose nel “nostro” ambiente di riferimento.

 

La SEO è prima di tutto competizione

Per capire meglio, facciamo un passo indietro e semplifichiamo molto. In modo assolutamente non canonico, possiamo dire che i motori di ricerca odiano non avere risultati. Quindi per proporci almeno una pagina intera di collegamenti per le nostre ricerche, sono disposti a “riempire” anche con pagine datate, o che non rispettano i criteri che normalmente sarebbero richiesti.
Possiamo verificarlo facilmente facendo una ricerca molto locale o molto specifica.
D’altro canto, sempre i motori di ricerca, quando hanno molte opzioni disponibili privilegiano i risultati di qualità migliore. Dove la “qualità” è dettata in buona parte da algoritmi poco conosciuti, che la SEO cerca di interpretare al meglio.
Quindi, tanti più risultati ci sono, e tanto più questi sono ottimizzati per la SEO, tanto più sarà difficile competere, e sarà necessario mettere in campo buone pratiche.

 

Come si interpretano i risultati SERP?

Il primo parametro, assolutamente oggettivo, è il numero di risultati ottenuti. L’altro, cioè quanto le prime posizioni sono ottimizzate, richiede un occhio esperto e un po’ di analisi, ma una prima idea possiamo farcela. Se i siti nelle posizioni più alte sono poco aggiornati, con strutture e layout antiquati o pubblicati su hosting gratuiti, allora è molto probabile che ci troviamo in un settore a bassa competizione.

 

Quanta SEO dobbiamo fare? Basta poco più della concorrenza ma…

Siamo arrivati al principio fondamentale: per primeggiare sui nostri concorrenti dobbiamo impegnarci più di loro, cioè ottimizzare meglio e fornire contenuti migliori. Quanto?
teoricamente, basta poco ci più. Ma naturalmente, più ci avvantaggiamo, più margine avremo e più difficile sarà per i concorrenti recuperare le posizioni che noi abbiamo conquistato.
Quindi, una buona soluzione è quella di mettersi in condizione di rispettare sempre le buone pratiche tecniche di base, che sono il minimo per competere.
Poi, pianificare aggiornamenti e revisione dei contenuti in modo costante nel tempo, in modo da conquistare un vantaggio iniziale e mantenerlo.
Se i nostri concorrenti sono poco attivi (in Italia è quasi sempre così, in particolare per le attività locali e per quelle che non operano nei settori digitali) potremo fare una buona SEO, migliore della concorrenza, con sforzi piuttosto contenuti.