Quel pasticciaccio brutto di via Ampère (Parte 2 di 5)
agosto 12, 2021

“Ragazzi sono veramente euforico…” a sentire queste parole Luca abbassò completamente il volume del telefonino in attesa che la pubblicità finisse. Come al solito era stato colpito dal post di un amico che aveva linkato una video inchiesta sull’esportazione di carne di manzo dal Brasile. Ne stava pagando le conseguenze, quando alzando gli occhi al cielo per evitare di guardare la pubblicità, fissò il calendario di Frate Indovino che le aveva regalato la madre prima di lasciare la città appena saputo del lockdown. Era tornata in Abruzzo con l’ultimo intercity. Il calendario era fermo a Febbraio 2020. Luca fissò intensamente il frate barbuto che sorrideva alzando l’indice destro verso l’alto, mentre invitava i lettori a seguire una delle tante frasi fatte che capeggiano le pagine del calendario.

“Cazzo…” esclamò improvvisamente. Copiò il link del sito e se lo auto inviò su un gruppo Whatsapp dov’era l’unico partecipante, sotto la nota “Da guardare più tardi”. Luca si alzò frettolosamente dalla sedia afferrando la borsa da lavoro, percorse i 2 metri che collegavano il tavolo da cucina alla porta del suo monolocale e uscì.

Alla seconda mandata, frenò bruscamente il gesto frenetico della chiavata, fissò per un attimo le chiavi e sbarrò gli occhi. “Cazzo, la mascherina…” mentre era intento a riaprire velocemente la porta notò un’ombra bassa con la coda degli occhi. Si voltò e notò una figura rannicchiata a terra con le braccia intorno alle ginocchia. Una lunga ciocca di capelli ramati coprivano il viso di una donna. Era la portinaia del palazzo. Lunghe braccia magre e dita affusolate. Una donna sempre seria, dal sorriso timido e gli occhi grandi e neri.

“Buongiorno signora” Luca deglutì mentre socchiuse lievemente gli occhi per concentrarsi sulla figura in penombra “va tutto bene?”

La signora allungò il braccio destro con un veloce movimento verso Luca. Iniziò a scuotere velocemente il capo e sussurrando, emise dalle ginocchia dei brontolii frenetici “no…no…ieri stava bene, quelle uova le ho mangiate anch’io, non è colpa mia…”

Luca rimase un attimo perplesso. “Signora? Ma è successo qualcosa?” la portinaia continuò le sue litanie lamentose “Dios mio perdonami no es mi culpa…”. Luca sospirò guardando l’orologio. “Signora cara, si tiri su. Provi a spiegarsi meglio. Anzi facciamo così, l’accompagno in portineria, che poi se il postino arriva e non la trova, la signora Minervini qui di fronte le rompe le scatole…” “Ahhhh la signora Minervini…” la portinaia esplose in un pianto incontrollato “…è lì, da sola…” Luca osservò la porta socchiusa dell’appartamento di fronte. “La Signora sta male? Serve aiuto?” Luca ricevette solo un tremito dei muscoli della portinaia come risposta. Stanco di aspettare decise di accostarsi alla porta della vicina per provare a capirci qualcosa. Davanti agli occhi il grande campanello in bronzo incorniciava una scritta con contorni floreali in stile Art Neuveau, Avv. Cav. Giuseppe Valva e José Minervini. Luca suonò e attese. “Signora non risponde nessuno”, la portinaia alzò lo sguardo e fissò in silenzio il ragazzo. “Signora se non parla però sta storia ce la portiamo avanti fino a Natale. A scrivere un racconto breve, un fantomatico scrittore ci impiegherebbe almeno due capitoli per spiegare cosa è successo”.

La portinaia si asciugò le lacrime è disse “La signora non c’è in casa…o meglio c’è ma non c’è…insomma muoviti ad entrare così tutti vedono che è successo”. Luca aprì la porta ed entrò con uno scatto alla Batistuta nello Scudetto 2001. In un impeto di esultanza iniziò a urlare una telecronaca sportiva “Entra Luca, irregolare la posizione, a causa di un porta ombrelli lasciato in centro campo. Parte il lampo del goal partita troppo tardi, davvero negativa la prova del giovane giocatore, che ha sulla coscienza il goal del clamoroso 4-2 con la portinaia rannicchiata fuori. Compie un miracolo dribblando da destra il mobiletto con lo svuota tasche difronte la porta…il lampadario, il lampadario davanti ed è subito colpo di testa, la parata…” “Sta zitto e muoviti!” dall’esterno arrivarono i rimproveri isterici della portinaia. Luca si ricompose e ricalibrò lo sguardo alla situazione, abbassò le labbra, spalancò gli occhi e accelerò il battito cardiaco per ricalibrarsi al mood del momento. La porta vetrata del salotto era spalancata. Luca inspirò profondamente e percepì un forte odore di tabacco pervadere le narici. Allungò la testa per osservare se ci fosse qualcuno all’interno. Il salotto sembrava vuoto. Spostò lo sguardo oltre il grande divano in stile veneziano. Spalancò gli occhi e portando la mano alla bocca urlò “O Cristo” ritraendosi con le spalle contratte.

“Interrompiamo il racconto per un breve consiglio pubblicitario da parte della direzione.” Luca si sentì toccare la spalla sinistra. Dietro di lui un uomo magro, pelato e ben vestito sorrideva guardando fisso. Luca cercò di capire dove e cosa stesse fissando. Al fianco una simpatica ragazza bionda in minigonna reggeva qualcosa di simile ad una coperta. L’uomo esclamò puntando il dito “Care signore, quelle orribili macchie di umidità sui vostri divani sono ormai un ricordo. Si perché con il nuovissimo Ermoflex potrete proteggere i tessuti delle vostre poltrone semplicemente applicandolo sopra, proprio come sta facendo la nostra Clara” Clara sorridente posò la coperta sul divano in stile veneziano del salotto. Il cadavere della signora Minervini si animò (tanto si era capita che era morta, niente spoiler) e stesa a terra sollevò il capo ad osservare curiosa. “Pensate, alla modica cifra di 19,99 euro potrete ottenere questo utile ed elegante elemento decorativo. Copre macchie di caffè, di tè e persino di brandy…” l’uomo scosse il capo come a rivelare un segreto “per tutte quelle signore che in casa si fanno un goccino ogni tanto e non vogliono sembrare delle ubriacone isteriche…” fece l’occhiolino. La signora Minervini alzò il dito e restando sempre stesa a terra domandò “Ma si può lavare in lavatrice?” l’uomo sorrise “Ma certo, a mano e in lavatrice, può essere lavato a freddo…così facciamo anche del bene all’ambiente.” “Ah molto interessante-esclamò la signora- ci faccio un pensierino” l’uomo sorrise “Molto brava signora ma si affretti. Per le prime cinquanta persone che telefonano per voi in omaggio una spazzola con setole in tessuto Ermoflex, che ricordiamo essere una tecnologia tutta italiana, per la pulizia quotidiana della vostra casa. Quindi cosa aspettate, alzate la cornetta, la direzione vi aspetta!” L’uomo smise improvvisamente di sorridere, la signora Minervini tornò al riposo eterno. L’uomo guardò Luca “Bravo continua così, solo, cerca di darti una mossa sennò il racconto non finisce più” intanto Luca che era tornato alla posizione di prima annuì con gli occhi sbarrati. L’uomo e la ragazza uscirono di scena e tutto tornò come prima.

La puzza di tabacco continuò a penetrare il naso, la signora era stesa a terra con le braccia lungo ai fianchi. Luca notò uno strano particolare, ai piedi della signora due candeline ormai consumate coronavano la scena, quasi come se un rito misterioso si fosse svolto in quella stanza.

Luca indietreggiò fino al pianerottolo sbattendo contro ogni oggetto che incontrava sul cammino. Appena fuori dall’appartamento prese in mano il telefonino. Mentre tremante cercava di comporre il numero d’emergenza, un pop-up mostrò un messaggio del suo capo “Dove sei? Ti aspetto.” Luca alzò la testa e per un attimo restò pensieroso socchiudendo gli occhi. Decise di chiamare il capo.

“Pronto?”

“Capo sono Luca…”

“Ma dove sei?”

“Sono a casa, è successa una cosa…”

“Eh…”

“La mia vicina…è morta…”

“Mi dispiace…la conoscevi?”

“In realtà non molto…”

“Ok…ma stai venendo?”

“Capo…ho scoperto io il cadavere…”

“Ah ok, mi stai dicendo che non vieni…”

“Capo…credo che sia stata assassinata…”

“Cosa? Ma hai chiamato la polizia?”

Luca esitò un attimo “Ancora no…”

“Bravissimo, così si fa. Stammi bene a sentire, questa cosa può essere la svolta per la tua carriera se ce la giochiamo bene. Aspetta ancora un attimo a chiamarla, mandami l’indirizzo che arrivo subito lì. Prima che si sparga la voce fai delle foto alla vittima che tra un paio di settimane ce le rivendiamo…è importante che tu per ora non avvisi nessuno…aspetta 5 minuti…fai le foto prima hai capito?”

“Si…”

“Io arrivo…minchia questa è un’esclusiva…arrivo…a dopo ciao”

“Ok…”

Luca si sentì spinto verso la porta degli altri dirimpettai come delle onde del mare spingono un pezzo di legno. Una forza misteriosa lo obbligò a suonare il campanello (in realtà è l’autore che vorrebbe un po’ velocizzare la cosa…).

Marco aprì la porta. Luca lo vide strofinarsi gli occhi di sonno. La barba scompigliata.

“Oh Luca tutto a posto?”

“Marco, bisogna chiamare la polizia, ci sta un problema…”