5 fallimenti che si sono trasformati in cult - Hydrogen Code
aprile 6, 2018

 

Sbagliare non piace a nessuno, è inutile girarci intorno. Eppure molto spesso dagli errori nascono grandi cose. Che sia per una fortunata coincidenza, per la capacità di rimediare a un errore, o semplicemente perché bastava cambiare la realizzazione pessima di un’ottima idea, la storia è piena di casi di successo emersi da quelle che sembravano tragedie.
Ecco alcuni dei più curiosi.

Nintendo
Quando non ci riesci, assumi uno che sembra un incapace

 

Oggi Nintendo è un colosso dei videogiochi, ma negli anni ‘70 era già un’azienda quasi centenaria che produceva carte da gioco e giocattoli.

Nei primi anni ‘70, grazie ad alcuni accordi con aziende come Magnavox, Nintendo inizia a esplorare il mondo dei videogiochi, prima producendo accessori e poi producendo i propri cabinati, primo fra tutti il laser clay shooting system. Un discreto successo, così come una serie di prodotti successivi, ma ben lontani dai fasti dei prodotti a cui siamo abituati.
Fino a quando Nintendo decise di assumere Shigeru Myamoto, all’epoca un ragazzo con un percorso di studi non certo brillante (la leggenda vuole che sia stato assunto soprattutto perché Hiroshi Yamauchi, capo di Nintendo, era amico di suo padre).
Myamoto collabora a qualche titolo discreto, e nel frattempo Nintendo decide di lanciare il suo prodotto Radar Scope sul mercato americano.
Un buco nell’acqua che Scilla e Cariddi levatevi. Il flop di Radar Scope fu così sonoro che rischiò di affossare l’intera Nintendo che, a quel punto, fu costretta a inventarsi in fretta e furia un prodotto “o la va o la spacca” per tentare di rientrare. O di chiudere definitivamente.

Il progetto fu assegnato a Shigeru Myamoto perché era l’unica persona disponibile. Myamoto, che sapeva programmare poco, chiese una mano agli ingegneri di Nintendo, compose da solo la musica con una specie di Bontempi (probabilmente una Casio) e nel giro di qualche tempo creò Donkey Kong, nel quale peraltro fece il suo debutto anche un certo idraulico di nome Mario. Il successo planetario che da allora continua ha messo in luce il vero genio di Myamoto, una delle pochissime persone al mondo a essersi costruito praticamente da solo il proprio mondo, quello dei videogame.

WD-40

Se non puoi uscire dal tunnel, arredalo

 

Chiunque abbia preso in mano gli attrezzi più di una volta nella vita conosce questo lubrificante. Per la verità basta anche aver passato un po’ di tempo sulla Rete, visto che Internet sembra avere un amore smisurato per questo prodotto e per i suoi usi più incredibili.

Visto che eliminare i cigolii e sbloccare pezzi meccanici è troppo mainstream, oggi il popolo di Internet si da da fare per trovare gli usi più svariati a questo prodotto, da repellere gli insetti al togliere il chewing gum dai capelli o dalla moquette, passando per la pulizia.

Eppure, se i ricercatori fossero stati un po’ meno tenaci, il WD-40 non avrebbe mai visto la luce.

WD-40 infatti è l’abbreviazione di Water Displacement 40, dove il numero sta ad indicare il quarantesimo tentativo di creare il prodotto. 
Che in realtà avrebbe dovuto essere un protettivo contro umidità e ruggine, oltre che uno sgrassatore per l’industria aerospaziale.

Non ha mai avuto successo in quel campo, ma gli addetti ai lavori se lo portavano letteralmente a casa per farci qualsiasi cosa, al punto che nel 1958 è stato commercializzato come lo conosciamo.

Kellogg’s Corn Flakes
Dieci minuti in forno ed è come se fosse fresco

 

Nel 1894 la vita non era facile come oggi, in particolare per chi si era preso la briga di gestire un sanatorio secondo i precetti della Chiesa avventista del settimo giorno, che fra le altre cose imponeva un rigido regime vegetariano.
I fratelli Kellogg stavano semplicemente cercando di gestire le cose al meglio quando, per un imprevisto, si dimenticarono di alcuni semi di grano cotto che avevano preparato, e che diventarono raffermi. Primo errore.
Allora fecero quello che fa ogni persona che abbia provato a gestire una cucina con fondi limitati: provarono a recuperarli, cercando schiacciarli fino a ottenere una sfoglia da usare in qualche modo. Secondo errore: quello che ottennero furono dei fiocchi, che decisero comunque di provare a tostare e servire ai pazienti con del latte.

I fiocchi ebbero successo e una prima versione fu brevettata nel giro di pochi mesi.
Fra esperimenti con altri cereali, litigi sulla ricetta e divergenze di opinioni, i Corn Flakes come li conosciamo (o quasi) vennero lanciati sul mercato nel 1906.
Oggi sono così famosi che il loro nome è praticamente sinonimo di “fiocchi di cereali”.

The Velvet Underground and Nico (1967)

Quando sei così underground da esserlo anche per la scena underground

 

Nella miglior tradizione musicale di quegli anni, l’album uscì in clamoroso ritardo a marzo del 1967. Una delle tante dicerie che girano intorno alla sua storia dice che uno dei claim non ufficiali, mentre si aspettava che i Velvet Underground finissero la loro opera, era so underground, you’ll get the bends”, che significa più o meno “così underground che vi verrà la sindrome da decompressione”.

Che invece deve essere venuta al loro discografico, vista l’accoglienza tiepida da parte del pubblico (che in parte fu dovuta anche a una campagna promozionale piuttosto blanda).

Long story short, come dicono gli americani, l’album nei primi cinque anni vendette 30.000 copie, arrivando al massimo al 195° posto della Billboard Top 200 (come termine di paragone, Despacito ha venduto 550 mila copie solo in Italia).

L’album è stato riscoperto nel corso degli anni, sia grazie all’iconica copertina di Andy Warhol, sia grazie alla sua grande influenza nel mondo musicale.

In un’intervista del 1982, parlando dell’album Lou Reed disse Quel disco è stato importante per moltissime persone. Credo che dei 30.000 che l’hanno comprato, 30.000 abbiano fondato la propria band!”.

Il grande Lebowski
A volte per capire un film ci vuole qualche tempo. Anche anni

 

Oggi Il grande Lebowski è una delle opere più celebri e celebrate dei fratelli Coen, ma l’accoglienza al botteghino fu piuttosto tiepida, nonostante un investimento iniziale considerevole. Insomma, nel 1998 il Drugo passò per l’ennesimo figlio di mezzo di una cultura a metà fra il grunge e i mallrats.
Le cose cambiarono con la distribuzione in DVD: l’umorismo ai limiti del surreale, i dialoghi visionari da cui rubare decine di citazioni divertenti e l’atteggiamento stesso del Drugo sono sono entrati sempre di più nel cuore degli appassionati di cinema prima e di Internet poi.

Oggi il personaggio di Jeff Bridges è una vera icona, al punto che il suo stile di vita ha ispirato una religione nel mondo reale. Un’impresa riuscita a pochissimi, fra cui un franchise semi-sconosciuto di nome Star Wars. Il Drugo insomma, è in buona compagnia.

Il calzino spaiato
Io li tengo tutti: prima o poi qualcosa ci farò

 

Sarà capitato a tutti: ti vesti di fretta, esci di casa, ti guardi le caviglie e hai le calze diverse. Il calzino spaiato ti ha teso un agguato. Un bel problema vero?
Assolutamente no. Basta fare un risvolto ai pantaloni, o sollevare un po’ la gonna, ostentarli e dire che sono statement socks portate all’estremo. Come in alta moda.

Ci sono addirittura siti specializzati che vendono calze e calzini in gruppi di 3. Rigorosamente diversi fra di loro.