Falsi miti SEO da sfatare - i segreti di Google - Hydrogen Code
dicembre 27, 2017

 

La SEO (Search Engine Optimization, ottimizzazione per i motori di ricerca) è una delle discipline più importanti del Web. Purtroppo è anche una di quelle circondate dalla maggiore confusione. Ci sono molteplici ragioni per cui la SEO non è e mai potrà essere una scienza esatta. Partiamo da un presupposto molto semplice: la maggior parte degli esperti SEO spiega correttamente la prima parte, quella che si trova facilmente anche su wikipedia, in cui si spiega che l’insieme delle tecniche SEO ha come fine quello di conquistare, o mantenere, posizioni in SERP. Il che è corretto, ma molto spesso viene usato come unico presupposto.

Miti SEO: Google non ha (quasi) mai responsabilità

Ascoltate un qualsiasi esperto SEO, o una qualsiasi agenzia specializzata in SEO, noterete come questa disciplina viene quasi sempre spiegata nell’ottica di un sistema chiuso, in cui gli elementi di relazione sono due: il nostro sito e Google, o il motore di ricerca di riferimento.
Frasi e concetti come “se inseriamo questa parola chiave Google ci premia”; “se il nostro codice HTML non è corretto Google ci penalizza” sono alla base della maggior parte dei ragionamenti sulla SEO, in particolare per chi la frequenta da poco o non ha approfondito.
Per chiarire, non c’è nulla di sbagliato in queste affermazioni, ma tralasciano l’aspetto più importante: non siamo soli.

In realtà, l’ecosistema di Google è complesso e articolato: mentre noi tentiamo di sistemare le nostre pagine, migliaia di persone, là fuori, fanno altrettanto. Ignorarlo porta a una serie di errori, di cui parleremo, come le “penalizzazioni”, gli abbassamenti di posizione e così via. Che quasi sempre hanno una ragione estremamente semplice, se viste in questa ottica: semplicemente, mentre noi lavoriamo, qualcuno lo sta facendo come e meglio di noi. E dal momento che l’indice di Google è dinamico, oggi può andarci bene, domani male.
Ma se non teniamo conto di queste variabili nel nostro lavoro, rischiamo di dipingere Google e i motori di ricerca come gli Antichi della mitologia di Cthulhu: capricciosi e incomprensibili. Mentre il nostro lavoro si trasformerà rapidamente in un incubo kafkiano.

Il paradosso della concorrenza invisibile

Chiariamo con un esempio: immaginiamo di dover attraversare una stanza buia per accendere la luce e di ricevere un premio se ci riusciamo. Laborioso, ma si può fare. Ora, immaginiamo che nella stessa stanza ci siano dieci, cento persone che cercano di fare la stessa cosa, senza vedersi: l’impresa diventa immediatamente più complicata. Ma se non possiamo vedere le altre persone, daremo prima la colpa alla stanza, al pavimento, al soffitto, all’aria, all’umidità, alla pressione, al numero di respiri che abbiamo fatto e così via.

I miti sulla SEO nascono molto spesso in questo modo: visto che il sistema è molto complesso, molti invece di analizzarlo a fondo, o di limitarsi alle correlazioni causa-effetto, si inventano convinzioni “sciamaniche” che cercano di spiegare un fenomeno contingente.

In altri casi, i miti sulla SEO sono semplicemente frutto di superficialità, scarso impegno o scarsa professionalità. Fra questi ce n’è uno in particolare che, per fortuna, è stato smentito in ogni possibile modo.

“Google non fornisce istruzioni sulla SEO”

Chiunque senta questa frase da un consulente o un esperto SEO può fare solo una cosa: allontanarlo il prima possibile, cancellare ogni suo contatto, e tentare di rimuovere il ricordo dell’incontro. Perché è semplicemente falso. Così falso che per smentirlo basta fare la più banale delle ricerche sul Web: “Manuale Seo Google”: il primo risultato è la Guida introduttiva di Google all’ottimizzazione per motori di ricerca (SEO), che guarda caso è un manuale di buone pratiche SEO e, incredibilmente, è redatto proprio da Google! (pro tip: questo manuale è così nascosto nei meandri della Rete che è fra i primi risultati anche per ricerche come “Istruzioni SEO Google”, “consigli SEO Google” “Seo Google” e così via).

Ma non solo: parlando con qualche “esperto” di SEO di questo tipo, probabilmente vi verrà in qualche modo fatto intendere che Google centellina le informazioni, in una sorta di burocrazia che ci riporta al già citato Kafka con qualche elemento di orwelliana memoria, come se in qualche modo volesse osteggiare le pratiche di ottimizzazione per i motori di ricerca. 

Falso, nuovamente: facendo una qualsiasi delle ricerche di cui sopra, fra i primi risultati troviamo invariabilmente, questi tre collegamenti.

 

La qualità delle istruzioni riportate nei primi due punti è tale che, se messe in pratica con professionalità, da sole portano più risultati di molte “tecniche SEO” e “trucchi SEO” che si possono trovare in Rete.

Google è così avaro di informazioni sulla SEO che nei primi tre risultati c’è abbastanza materiale per un corso semestrale.

Perché gli esperti credono che Google sia avara di informazioni?

Per una ragione piuttosto banale: le indicazioni suggerite da Google sono difficili. Richiedono competenza, applicazione di regole piuttosto rigide e, una volta che il nostro sito è reso impeccabile dal punto di vista rigorosamente tecnico, ci raccomandano di inserire informazioni di qualità e rilevanza. In pratica, ci chiedono di conoscere il nostro pubblico e servirlo al meglio. Cosa che richiede tempo e risorse, e, soprattutto non ammette scorciatoie. In altre parole, Google non insegna “trucchi”, “tecniche SEO infallibili” e soprattutto, le informazioni che fornisce sono dedicate agli esperti, e risultano di difficile comprensione e applicazione a chi non ha un adeguato background. Che implica, anche per chi si occupa degli aspetti più creativi come il SEO copywriting o la creazione di immagini, di avere un minimo di conoscenza anche nei campi adiacenti, come HTML e protocolli di comunicazione. Tutte cose mal digerite in un mondo in cui la tendenza del mercato è quella di acquisire una competenza oggi, spenderla domani e gettarla via dopodomani.
In altre parole, Google non è affatto avaro di informazioni sulla SEO ma l’applicazione rigorosa delle sue pratiche richiede tempo, risorse e competenze. Tutte cose che il mercato di oggi considera poco “appetibili”: è molto più semplice vendere una tecnica SEO infallibile in dieci punti, che spiegare che una strategia SEO approfondita può richiedere, per portare risultati duraturi, mesi o anni di applicazione e studio.